MA CHE COLPA ABBIAMO NOI?

Ma che colpa abbiamo noi? Riprendendo il tema di una vecchia canzone, la domanda nasce dalle polemiche costruite sulle decisioni arbitrali dell’ultima partita giocata in casa contro la Sefanese. Vittoria che sul piano del gioco non ammette discussioni. Un risultato strumentalmente messo in dubbio per le decisioni dell’arbitro Saccà, che ha espulso i due giocatori stefanesi quando il punteggio era ancora sul pari. Adombrare il 2-0 sembra servire solo a nascondere le difficoltà incontrate contro la capolista ritornata brillante, tonica e finalmente affamata. Nei primi minuti uno scatenato Santino Biondo ha ferito, senza uccidere l’avversario, quasi in un senso di pietismo sottoporta condiviso dai compagni di reparto, ha permesso alla Stefanese di tornare negli spogliatoi indenni. Inferrera conosceva perfettamente pali e traverse del Nuovo Comunale, fiutava il sintetico, quasi come il giardino di casa sua. Se poi due giocatori credono nell’immunità, allora hanno sbagliato luogo e tempo. I tre punti del Rocca, mantengono a distanza debita il Castelbuono, rimasto fermo con una gara da recuperare. Ciò che conta è aver riportato le maglie all’umido del sudore, per le lunghe corse e gli scatti in ritrovato spirito di sacrificio. La difesa ha avuto una giornata quasi di riposo, per cui prendersela con l’arbitro appare fuorviante della verità del campo. Adesso si pensa a Meri, la squadra capace di giocare una brutta carta al Rocca nella partita d’andata. Ricordarsi dunque che  si può vincere, anche con un tiro balordo da lontano, senza schemi particolari. Specchiarsi meno e con più voglia di far male, con correttezza, mettendo sotto l’avversario. Tutti a Marì per tifare la squadra che viaggia verso un obiettivo, che nessuno ha mai detto di essere facile da conseguire.

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